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Motorola One Zoom: One nello spirito, Pro nell’anima

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⁣ ? Andiamo a conoscerlo meglio

Dopo un periodo abbastanza anonimo, Motorola si è gettata nel business dei pieghevoli con un Razr che ha riportato il brand alla ribalta e fatto palpitare i cuori di tanti appassionati. Device futuristico, indubbiamente molto particolare, ma relegato da prezzo e caratteristiche ad una infinitesimale nicchia di mercato. Per noi tutti che cerchiamo “la ciccia” cosa rimane? Ecco Motorola One Zoom, meglio conosciuto sul mercato internazionale come One Pro, che meglio rende merito alle caratteristiche del device.

La gamma One aveva già esordito bene in realtà. Il capostipite con un modestissimo SnapDragon 625, girava inspiegabilmente bene garantendo una buona esperienza d’uso a dispetto della scheda tecnica. Anche gli altri prodotti venuti poi, si sono distinti in alcuni ambiti e per l’azzeccata collocazione nella fascia di mercato. Ma con One Zoom, Motorola ha fatto le cose davvero per bene.

Partiamo dalla costruzione, in una parola: eccellente. Difficile davvero trovare una pecca. Frame in alluminio, back cover in vetro opaco con un piacevolissimo effetto visivo smerigliato che gli dona classe e fa risaltare il modulo fotografico. Modulo composto da ben 4 camere 48+8+16+5Mpx che includono una grandangolare 117°, un sensore profondità e lo zoom ottico 3x (10x digitale) da cui prende spunto la denominazione europea.

Il display è un’ottima unità OLED che è stata denominata MaxVision per il suo format cinematografico che incastona una selfie cam da 25Mpx in un notch a goccia. Il quale sarebbe potuto essere un po’ meno evidente in effetti. Luminosità massima elevata, minima non bassa quanto avrei voluto per un utilizzo in notturna. Oleofobicità nella media. Buon digitalizer, non ha latenze fastidiose e non perde tocchi come purtroppo capita su altri terminali della stessa fascia prezzo.

Sotto il cofano

Il terminale è mosso da un validissimo SnapDragon 675 a 11nm, octacore basato sui core Kryo 460, architettura premium con core A76+A55 (come gli Snap 730, 855 e anche i Kirin 980 e di classe superiore quindi rispetto al 710/712). Le memorie sono UFS 2.1 nominali, dai test direi anche 2.0. Circa 500MB/s in lettura, 200MB/s in scrittura (sequenziale) e 30K IOPS. 4 i GB di RAM, che se sono stretti su una interfaccia pesantemente personalizzata, non sono affatto un handicap per la MotorolaOne (Google Pixel docet). Tutto il sistema operativo gira su 1.5GB circa.

Le app si aprono sempre con disinvoltura. Tutta l’interfaccia si muove con grazia e con animazioni belle fluide, complice la RAM dual channel con controller a 3733MHz. Problemi di notifica neanche a dirlo: tutto va come ci si aspetta da un device certificato Google. Ottimo anche il supporto Widevine L1, quindi streaming alla massima risoluzione per tutti i servizi disponibili. Quasi straordinaria invece l’autonomia, complice la batteria da 4000mAh coadiuvata dal caricatore rapido TurboCharge che la porta dal 10 all’80% in circa 1h.

Il sistema di sblocco è affidato al sensore ottico nascosto sotto il display ed evidenziato da una gradevole animazione che ci ricorda dove posizionare il dito. La velocità e adegaita, ma dovrete essere precisi nel posizionare il dito. Di grande aiuto è lo sblocco con il viso, che pur non garantendo la sicurezza a livello 007 visto che è 2D, è molto pratico nell’uso quotidiano.

Comparto audio, aspetti criticabili e peculiarità

Particolare la scelta di Motorola di posizionare l’altoparlante in alto. Ammetto la mia perplessità iniziale, ma ho dovuto ricredermi. Durante l’utilizzo è più difficile andare a coprire l’uscita come capita con il classico altoparlante inferiore. Buono il volume massimo, con timbrica bilanciata e corposa in modo inaspettato. Il jack da 3.5mm è presente così come la radio FM. Restituisce un audio molto buono, grazie al Qualcomm Aqstic™ audio technology che regala anche pieno supporto anche al bluetooth aptX HD per un audio strepitoso con le cuffie che lo supportano.

La porta USB è di tipo C cat. 3.1, ottima per i trasferimenti rapidi dei dati su memorie esterne o backup. Gode dello Splash Resistant grazie al trattamento impermeabilizzante P2i. Il comparto cam è dual OIS, quindi con stabilizzazione ottica sia sul sensore principale che sullo zoom. Particolare la soluzione adottata per LED notifica: sulla back cover l’intero logo Moto si illumina negli scenari che preferite, ma potete anche disattivarlo (a me piace).

Presente l’NFC. Ottimo e funzionale l’Always-On-Display, con possibilità di espandere le notifiche e leggerle o usare controlli multimediali senza necessariamente sbloccare il dispositivo. Si può anche andare direttamente sulla app che ha generato la notifica all’atto di sbloccare. Tutto rose e fiori? non direi. Prezzo di lancio esagerato. Mancano le gesture native, la ROM è ancora basata su Pie e le patch sono incredibilmente ferme ancora a settembre 2019¹ ?. Ma tranquilli, pare sia partito il rollout a Q dal Messico giusto questa settimana. ?

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NB: la versione che trovate ai link è specifica Amazon, il che lo avvantaggia dell’assistenza vocale Alexa, l’archiviazione illimitata foto in alta risoluzione. Porta in dote anche altre app di Amazon, comode se fruite della piattaforma, altrimenti sono removibili o disattivabili tutte.

¹Motorola sembra averci letto e ha provveduto in pochi giorni a “mettersi in pari” con gli aggiornamenti di sicurezza

Gengis
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